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Articoli de Il Recensore

1 ott 2009

Vista la Svista?

Ieri sera accendo la TV e guardo, come di consueto, Striscia la Notizia. A metà trasmissione il team di Ricci manda in onda un servizio che ha dell'incredibile.
Studio Aperto, in occasione dello tsunami che ha colpito Samoa, ha mandato in onda un servizio esclusivo su un gruppo di turisti in campeggio che vengono sorpresi da un tremendo nubifragio.
Peccato che sia una bufala!
Grazie alla redazione di Striscia si scopre che il filmato è stato preso da internet e che riprende i drammatici momenti di un forte temporale durante l' Heineken Jammin' Festival del 2007 a Mestre (nel filmato originale si vede una delle torrette di illuminazione che cade travolta dalla tromba d'aria). A quanto pare però, più che ad una bufala programmata, i giornalisti di Studio Aperto hanno avuto una svista. Infatti sarebbero inciampati su un video postato su You Tube come "riempitivo". Qui l'approfondimento e come si sono svolti i fatti.
Il dubbio che Studio Aperto falsifichi le notizie è comunque concreto. Infatti circa un mese fa la redazione fomentò con una "falsificazione video" la leggenda metropolitana della gaffe ornitologica di Mike Bongiorno.
Perchè si ostinano a chiamarlo Telegiornale? Non è oggettivo (come la maggior parte dei media italiani), falsifica le notizie, basa le sue notizie su materiale che trova in rete e da più importanza al gossip, ai pettegolezzi e alle fisime delle celebrità italiche per la maggior parte del tempo (cosa che dovrebbe fare un format dedicato e non un telegiornale d'informazione). L'informazione frivola è oggettivamente più interessante di un politico noioso che parla di crisi e disoccupazione, ma non si accetta il fatto che si debba falsificare o pilotare una notizia per (ri)cercare il fantomatico scoop. Senza contare la completa mancanza di oggettività con cui viene trattata una notizia. Questi non sono giornalisti ma degli sceneggiatori di fiction e la maggior parte delle notizie di cronaca nera sono trattate come tali (la voce impostata che racconta una storia drammatica coadiuvata da una colonna sonora adeguatamente "strappa lacrime").
Mi domando se i giornalisti mandano in onda i loro servizi in completa autonomia, senza passare dall'ufficio del loro direttore, o Mario Giordano approva questi scempi imformatici. Il dubbio rimane, ma questo suscita altre questioni.
Come si fa ad impostare una notizia su materiale che viene preso palesamente da internet senza verificare l'attendibilità del materiale che si scarica? E' la prima regola del giornalismo! (e poi basta un trentina di secondi in più di ricerca per capire che non si trattava dello tsunami a Samoa)
Bisogna ammettere che tutta la faccenda ha una meccanica un pò strana, se non addirittura ambigua e confusa. Ma questo non scagiona il telegiornale di Italia 1 nell'essere poco professionale e molto superficiale. Lo sanno anche i ragazzini di 14 anni che Internet è pieno di fonti sbagliate (volontarie e non), falsi (volontari e non) e burloni. Tutto questo fa di Studio Aperto una striscia di intrattenimento e non di informazione, alla faccia di chi si sbatte veramente per cercare di informare la gente sulle cose che succedono nel mondo.

Io ho detto la mia!
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